
“perchè fai quello che fai?” domanda dirompente e fondamentale.
In alcuni casi davanti a questa domanda, gli occhi strabuzzano per la mancanza di una risposta immediata, in altri casi escono delle risposte molto razionali del tipo: “perchè è l’azienda di famiglia”, “perchè non so fare altro nella vita”, “perchè mi ero stufato di fare quello che facevo prima”, “perchè volevo più autonomia”, “perchè ho avuto una bella idea”.
Sapere perchè ci si è messi a fare impresa è un passaggio essenziale della leadership autentica, si chiama la chiarezza di intenzione.
Nel percorso dedichiamo tempo ed attenzione a questo passaggio per permettere agli imprenditori di agire poi con estrema chiarezza, integrità e allineamento ma anche per scovare ed integrare uno dei più grandi limiti alla leadership, quella che ho definito “La trappola del successo personale”.
Tutti noi quando lavoriamo abbiamo interessi personali, è sano e giusto e riusciamo a performare bene quando gli interessi dell’azienda sono allineati ai nostri obiettivi ed interessi personali; questo è alla base della motivazione e quello che spiego ogni volta quando vengo interpellata per parlare di motivazione del team.
Il fatto di avere una componente emotiva legata al lavoro, qualunque essa sia (desiderio di rivalsa, dimostrazione a se stessi e agli altri di quanto si vale, voglia di “rimediare” a qualcosa, rendere omaggio a qualcuno proseguendo il cammino) è umano e prima la scopriamo prima evitiamo di cadere nella trappola del successo personale.
La trappola infatti scatta quando il nostro motore principale diventa la soddisfazione di questa componente emotiva, spesso inconscia e finiamo a fare una corsa in solitaria per soddisfare esclusivamente i nostri obiettivi personali. Per chi è a capo di un’azienda questo può avere risultati devastanti sull’azienda:
– perdiamo di lucidità nel prendere le decisioni, perchè le prendiamo con delle priorità falsate
– sganciamo completamente il team e il rapporto con loro, perchè diventano solo strumenti per vincere la nostra battaglia personale.
Se c’è trappola del successo del personale non ci può essere leadership, non ci può essere squadra, non ci può essere team; anche se in azienda tutti apparentemente sorridono.
Come fare allora? Ampliando la prospettiva e andando a riagganciare la passione e il contributo che l’azienda dà o vuole dare al sistema.
Ognuno di noi ha implicazioni molto personali nel fare business e spesso sono un motore potentissimo, il problema si ha quando si hanno solo quelle e si perde di vista il contributo che si vuole dare con il proprio fare impresa.
Spesso andando in profondità, contributo e motivazioni personali sono collegate, in alcuni casi due facce della stessa medaglia che si equilibrano e si compensano, permettendo al leader di essere ancora più efficace e realizzato. L’impresa allora non è più uno strumento nostro ma è a servizio della visione più grande che, a sua volta, realizza il nostro bisogno emotivo. Un sistema in allineato quindi.
Parte della leadership autentica è vedere quello che ci muove, accoglierlo e metterlo a servizio della visione.