Le variabili (controllabili) del fare impresa oggi

26 10 2022 | Blog, Fare impresa

Le variabili (controllabili) del fare impresa oggi

Recentemente ho partecipato ad un tavolo di lavoro con alcuni imprenditori e coach statunitensi in cui l’argomento in questione era “cosa può fare differenza per chi fa impresa in questo periodo?”.

Sostenere e gestire l’incertezza è stata la risposta degli imprenditori presenti.

Interessante, perché la realtà è che siamo cresciuti con una cultura che ci ha trasmesso che le due variabili fondamentali del fare business sono invece controllare e prevedere; ci hanno insegnato a mettere massima attenzione nel programmare e utilizzare i sistemi gestionali, a stabilire le procedure, a concentrarci sul budgeting e sui forecast, ad elaborare business plan, piani industriali. Controllare, insomma, e prevedere ogni variabile possibile per poter prevedere ciò che succederà.

Questi ultimi anni ci hanno messo però davanti al fatto che possiamo avere un reale controllo solo su una piccola parte del fare impresa. 

Ieri mi ha colpito molto sentire che questi imprenditori avevano un’elevata consapevolezza dell’instabilità e dell’incertezza di questo momento in cui non si ha sicurezza nè dell’esterno – flussi di cassa, costi delle materie prime, dell’evoluzione del mercato e i consumatori- ma nemmeno dell’interno inteso come iil proprio team e del suo ingaggio.

Caspita e che come si fa? Per il momento storico è ancora utile focalizzarsi su pianificazione e controllo oppure è il momento di fare uno switch: da un “mindset di successo”, simil mantra di training autogeno, all’accogliere semplicemente che la nostra vita come imprenditori e uomini di business è sopportare instabilità e incertezza. E fare pace con questo. Il Nirvana non esiste. Punto.

Non sto dicendo sia una cosa semplice, soprattutto perché il team ci chiede certezze; certezze che, a volte, noi imprenditori non abbiamo e che vorremmo dare anche a noi stessi per primi. Ma forse è proprio questo Il primo grande passaggio: iniziare noi stessi ad accettare che non sappiamo ma solo che faremo del nostro meglio, che continueremo a scervellarci in ogni modo rimanendo flessibili e non rigidi, i trattenendo il fiato finché passi, coltivando la flessibilità interiore per essere in grado di dare risposte rassicuranti anche quando non abbiamo certezza. Anziché cercare risposte a tutti i costi, coltivare le poche certezze che abbiamo (o dovremmo avere):

dove voglio portare la mia azienda (che non è il budget di fine anno – a tal proposito ascolta la puntata del Podcast degli Imprenditori “Dove diavolo vuoi portare la tua azienda?” https://open.spotify.com/episode/2NrKahXceo1PtB9fAExOQW?si=L4lbIz0nSs-8jFLgmRaySg)

chi voglio che sia con me in questo viaggio (senza cadere nell’ utopia del dream team – leggi l’articolo del Leaders’ corner “La grande bufala del team” https://www.authenticleader.it/blog/la-grande-bufala-del-team/) come voglio che sia la mia azienda da dentro, quale è la sua anima, la sua identità.

Questo sommato a come sei tu dentro sono le uniche certezze sulle quali puoi contare.

Alla chiusura di questa tavola rotonda, l’altra sera, mi sono resa conto ancora più che una parte del mondo -ora parlo della Silicon Valley- ha ormai la consapevolezza di quanto sia importante lavorare sul dentro, sulla resilienza, su chiarezza, centratura e sul prendersi cura dello stato interiore come unica vera profonda variabile di successo per fare impresa in questo pazzo mondo.

La variabile economica resta cruciale, è il motore per far funzionare l’azienda, senza benzina non ci si muove, ma guardare solo a quella è pura follia e segnale di un modo di fare business e impresa ormai obsoleti.

Avere a che fare con excel e i numeri è sicuramente più facile e rassicurante che avere a che fare con gli esseri umani ma le aziende sono organismi viventi e non macchine.

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