Sempre più spesso si sente dire che una delle caratteristiche che deve avere il leader d’oggi è la gentilezza. Anche i miti sulla leadership si evolvono: un tempo eri leader se eri solo al comando, se avevi sempre tutte le risposte, se non fallivi mai ed eri sempre brillante e carismatico; oggi devi essere gentile.
Devi essere, sempre, gentile, empatico e accogliente. A prescindere da come stai, da quale posizioni operi, dalla prospettiva hai deciso di assumere e da quanto sia faticoso per te gestire il team.
Non prendiamoci in giro, non si può sempre essere gentili, perché, è inutile negarlo, avere a che fare con gli esseri umani è bellissimo quanto faticoso.
Non a caso ne parlo anche in una puntata del Podcast degli Imprenditori: “Team croce e delizia del fare impresa”
e nell’articolo del Leaders’corner “Avere a che fare con gli esseri umani”
(https://magazine.authenticleader.it/blog/avere-a-che-fare-con-gli-esseri-umani/)
Siccome ti rapporti con gli esseri umani devi tenere presente che essendo persone siamo toccati da dinamiche che contraddistinguono l’uomo. Essendo persone, infatti, ciascuno porta le proprie idee e i propri punti di vista, e questo a volte conduce a conflitti o a quelli che io chiamo i “drammi umani”.
Come si gestiscono?
Magari starai pensando che la soluzione sia tollerare loro e i loro drammi ma questo spesso farà diminuire il livello di lamentela e chiacchiericcio in azienda. Anzi in alcuni casi lo farà aumentare, perchè il silenzio del leader in un senso legittima.
Spesso il modo migliore per far finire il dramma è aprire uno spazio di conversazione e ascolto, che non vuol dire “che va bene tutto” o che qualsiasi comportamento è tollerato in azienda quanto piuttosto portare in superficie quello che nell’ombra diventa un dramma.
Se in azienda qualcuno parla dietro le spalle deve essere messo nelle condizioni di prendersi le responsabilità per quello che dice o fa. E’ lo stesso meccanismo che porta le persone a scaricare il peggio di sé nei commenti nei social perché coperti dall’anonimato.
Le persone che lavorano in azienda sono adulti e in quanto tali devono prendersi le proprie responsabilità.
Questo può voler anche dire avere degli atteggiamenti forti che settano i limiti di quello che è concesso o meno all’interno dell’azienda.
Ora tornando alla gentilezza, elemento sicuramente essenziale per costruire un clima di fiducia, questa va vissuta e costruita in modo autentico e sempre finalizzata a permettere alle persone che sono in azienda di sentirsi bene ed esprimere il proprio potenziale.
La gentilezza però può anche voler dire che, con rispetto ed educazione, le persone vanno riprese e rimesse nella giusta prospettiva; non necessariamente come un rimprovero quanto piuttosto come un segno di protezione e rispetto per tutto il resto del team.
Detto questo, può capitare che in delle situazioni specifiche, il team ti mandi letteralmente fuori dai gangheri per diverse ragioni (non ascolta, giudica nettamente, prende ripetute decisioni sbagliate, manca di rispetto e così via) in questi casi il mio consiglio è:
-domandati cosa può essere successo che ha portato a questo comportamento (che l’essere umano che hai davanti sia maleducato o idiota è la prima risposta stupida che non aiuta…e comunque lo hai assunto tu)
-domandati quale elemento hai mancato di chiarire (nella mia esperienza i rapporti si incancreniscono proprio perché restano dei non detti enormi in azienda)
-ascolta quale è il tuo stato emotivo rispetto a questa situazione (paura, rabbia, fastidio, compassione)
prima di aprire una conversazione (fatta da te o da qualcun altro in azienda), accertati di parlare per costruire e non solo per sfogare e distruggere
E’ l’umanità a fare la differenza, il riportare la meravigliosa componente umana nel business e nelle relazioni spesso è la miglior soluzione ai drammi umani.