Ogni grande cultura abbraccia una grande contraddizione.
La cultura aziendale è il “modo di fare le cose” che esiste in ogni azienda.
L’altro giorno un imprenditore, con il quale stiamo defininendo la cultura della sua azienda, mi chiede come posizionare le sedie per il nostro incontro di group coaching con il suo team e gli rispondo “anche come metti le sedie fa parte della cultura aziendale”.
Occhi al cielo e mi dice “questa storia della cultura aziendale mi sta facendo venire un sacco di domande su come siamo arrivati fino qui”.
La cultura in azienda esiste; quel modo che si ha di fare le cose che spesso non è consapevole e codificato ma che ha un impatto enorme su come vengono gestite le faccende quotidiane, sulla qualità della comunicazione e su come si reagisce alle sfide.
Abbiamo parlato delle convinzioni del team come elemento da tenere in considerazione quando si definiscono i piani (cosa crede il tuo team) ed adesso allarghiamo lo zoom a tutta la cultura d’azienda.
Chi siamo come gruppo? In cosa crediamo?
Cosa portiamo nel mondo attraverso il nostro lavoro?
Cosa è consentito e cosa no? Sia a livello di comportamenti che di emozioni.
Queste sono le prime importanti domande sulle quali lavorare per mettere sotto la luce del sole quello che attualmente c’è in azienda e poter così aggiustare il tiro se necessario.
Prima di addentrarsi nel definire la propria cultura aziendale vale la pena fare una riflessione sull’approccio che si vuole utilizzare nella propria azienda e che, vedremo, viene plasmata dal leader.
Non esiste una risposta esatta perchè ogni cultura dipende dalle persone che compongono quel team e soprattutto da come è fatto e in cosa crede il leader; per questo, le prime riflessioni le devi fare tu che sei l’imprenditore.
Iniziamo col dire che l’approccio si estende tra due estremi: l’approccio “duro” e l’approccio “morbido”.
Le aziende “dure” enfatizzano la necessità di avere obiettivi precisi, procedure rigorose e un’affidabilità assoluta nel raggiungimento dei risultati. Questi gruppi sono di solito più formali e hanno processi standardizzati.
Le aziende “morbide” invece enfatizzano l’importanza di forti legami tra le persone che ci lavorano, spesso hanno un ambiente informale che può diventare addirittura caotico. Sono più informali e basate fortemente sul talento.
MOLTO SPESSO NELLA REALTA’ LE AZIENDE SONO UN MIX DI QUESTI DUE APPROCCI, ADOTTANDO SOLUZIONI DIVERSE IN BASE ALLE SFIDE CHE SI TROVANO AD AFFRONTARE E IN BASE ALLE CONVINZIONI E ALLA STORIA DEL LEADER.
Facciamo un esempio: uno dei nostri leader, prima di essere imprenditore, ha fatto una lunga esperienza in una grande società di consulenza nella quale tutto era un KPI, dove c’erano tante procedure e tutto tendeva ad essere ad un livello di ossessiva professionalità sempre e comunque.
Questo era il suo modello del mondo di come doveva funzionare un’azienda e così ha iniziato a costruire la sua.
Un altro imprenditore con il quale lavoro invece ha una formazione artistica e ha sempre lavorato nel mondo del design, nel suo modello del mondo, ad esempio, “troppe procedure ammazzano la creatività” e le persone devono poter esprimere liberamente se stesse.
Siamo ai due estremi, quale è quello giusto?
La risposta è nessuno, perchè ogni azienda va analizzata e disegnata a sè in modo che la cultura aziendale della quale si dota sia a sostegno della sua Missione e dei Valori che guidano l’imprenditore nel fare impresa.
Ognuno di noi porta un pezzo di sè e della sua storia nel fare impresa e quindi, più o meno consciamente, organizziamo o tentiamo di organizzare le nostre aziende secondo un modello che abbiamo nella testa.
Prova a pensare a 3 caratteristiche che secondo te deve avere un’azienda per essere definita tale (nel tuo modello del mondo ovviamente).
Cerca di dettagliare queste 3 caratteristiche; per alcuni organizzata vuol dire che ha un organigramma, per altre invece che ci sono obiettivi e KPI chiari.
Da quale parte della tua storia arrivano queste convinzioni? Sono di un’azienda nella quale hai lavorato? Te lo hanno detto o l’hai letto in un libro? Sono di un’azienda che ammiri?
Come leader è importante comprendere verso quale estremo, duro/morbido, tende la tua azienda per poter valutare come inserire elementi dell’approccio opposto per renderla al contempo un ambiente performante e dotato di una forte componente umana.
La sfida è quella di creare un ambiente di lavoro che abbracci quella che può sembrare una contraddizione, duro e morbido, al fine di generare flessibilità, anti-fragilità ed innovazione.
Nel momento in cui tendi troppo da una parte, stai perdendo il potenziale che risiede nell’altra parte.
Le aziende più all’avanguardia invece stabiliscono una precisa cultura Dura/morbida chiarendo innanzittuto le caratteristiche e le emozioni che vogliono vedersi sviluppare nella loro azienda (evitando invece di aderire a standard o tentando di copiare altre realtà).
Il risultato è che i membri del team sanno cosa ci si aspetta da loro, sanno cosa fare e cosa non fare, cosa è apprezzato e cosa è proibito e questo permette una maggiore performance ed intenzionalità nell’operare di tutti i giorni ma anche un forte senso di appartenenza e contributo.
Quando lavoro con le aziende nella creazione della cultura aziendale, partiamo sempre dal leader ma poi viene sempre coinvolto il team perchè quello che bisogna evitare è che:
1) si crei una cultura bella sulla carta ma che poi non vive nella vita di tutti i giorni
2) il team senta la cultura come un’imposizione dall’alto di quello che l’imprenditore vuole
Entrambi questi scenari portano ad un effetto devastante: le persone si sentono tradite e si rompe il rapporto di fiducia.
Il senso dell’approccio morbido è proprio quello di creare un ambiente autentico, condiviso, nel quale le relazioni umane rafforzano l’azienda perchè permettono alle persone di esprimere pienamente il loro potenziale. Non è possibile operare senza di questo!
Troppo spesso nelle aziende le persone sono più impegnate verso l’interno (proteggersi, preservare il proprio status, farsi vedere) che a costruire valore nel mercato verso l’esterno con un livello altissimo di stress e turnover del personale e una perdita di competitività ed energia.
Quando si ha chiarezza della cultura aziendale e questa è interiorizzata dal team, il lavoro fluisce meglio e tutta l’efficacia aziendale ne risente positivamente. C’è chiarezza dentro e si è più efficaci fuori.
C’è poi anche un aspetto importante del definire la cultura aziendale che riguarda noi imprenditori: finalmente vediamo un’azienda che sentiamo nostra.
Qualche volta mi capita di sentire gli imprenditori della propria azienda come di un’entità anarchica che ha preso vita propria e non fa le cose come vorrebbe….un pò come tornare a casa e trovare che quella casa non la senti più tua.
Ecco quindi alcuni passaggi per iniziare a definire la cultura della tua azienda:
1) IMPRENDITORE -> più chiarezza hai tu di dove vuoi portare l’azienda (Missione non Fatturato) e di quali sono i tuoi valori più facile è definire la cultura della quale vuoi dotare la tua azienda. In questa fase di consapevolezza, domandati a quale estremo Duro/Morbido tendi e da quale episodio/periodo della tua storia arriva
2) TEAM -> coinvolgi alcune persone del team che senti vicine e condividi quello che è emerso nel punto precedente e chiedi loro di aiutarti a capire quale è la “cultura vera” che adesso gira in azienda
3) DEFINISCI UNA CULTURA INTEGRATA MORBIDO/DURO e condividila con tutto il team perchè la sentano loro.
Ricordati che la cultura d’azienda definisce un vantaggio competitivo che non è copiabile ed è l’elemento che ha permesso ad alcuni team di avere successo dove altri hanno fallito!