TU NON SEI LA TUA AZIENDA

18 11 2020 | Blog, Leadership

Dove si ferma la responsabilità del leader?

“Tu non sei la tua azienda” è una frase che colpisce sempre molto gli imprenditori perché va a toccare un tasto molto delicato ma anche una convinzione fortemente radicata nella nostra cultura:

L’azienda è mia, io sono l’azienda.

Gran parte del carico emotivo che gli imprenditori vivono dipende dalla personificazione dell’azienda con la persona dell’imprenditore; questo porta ad un senso di responsabilità e di solitudine che può sopraffare soprattutto nei momenti più difficili.

A proposito di solitudine dell’imprenditore ascolta la puntata del Podcast degli Imprenditori in cui ne parlo. 

Cosa si nasconde spesso dietro questa frase?

  • Se io sono l’azienda, da me solamente dipende il successo o il fallimento.
  • Se io sono l’azienda, faccio e modello in base a quello che io penso sia giusto.
  • Se io sono l’azienda, devo sapere, conoscere ed intuire.

Sentire che “tutto dipende da noi” o “che dobbiamo essere noi a trovare la soluzione” non solo pesa a livello emotivo ma ha anche un impatto enorme sulla salute dell’azienda stessa:

1) perdiamo la connessione con quelle che sono le opportunità e quindi diminuisce la possibilità di generare innovazione.

Se sono io a dover avere le risposte, se sono io a sobbarcarmi tutte le responsabilità, il mio metro di valutazione per le nuove opportunità sarà legato a quanto io credo di farcela, a quanta fatica richiede a me, a quanto io penso che sia percorribile.

Un uomo solo a combattere una grande battaglia.

2) questo atteggiamento deresponsabilizza il team che viene vissuto alla stregua di figli dei quali prendersi cura.

Avere cura, attenzione e amore per le persone è un aspetto essenziale della leadership ma questo non implica che non ci debba essere responsabilità, azione e impegno da parte della squadra

3) perdiamo di vista quelle che sono le reali componenti del sistema.

Ci sono in giro troppe storie e miti su “Imprenditori illuminati” ma andando a guardare la realtà dei fatti, il successo di quelle aziende è dato da un mix di persone, una visione chiara che il team ha scelto di seguire, una cultura a sostegno di quel percorso, impegno diffuso e un’azienda strutturata ma in evoluzione per fare il cammino.

Quando pensiamo di essere l’azienda quindi stiamo bloccando il suo potenziale perché nessuno può fare impresa da solo.

Per spiegare questo a noi piace usare la metafora dei team di Formula 1: cosa ha permesso a Louis Hamilton di diventare campione del mondo per 7 anni di seguito?

1) Un team meccanici, progettisti e preparatori che ha lavorato insieme per un obiettivo comune

2) Una macchina in continuo aggiustamento e in continua evoluzione per essere sempre migliore

3) Un pilota con competenza e passione

 

Tu non sei la macchina

Tu non sei il team

Tu sei il pilota

 

Senza prestare attenzione al team e all’innovazione costante della macchina, puoi anche essere molto bravo ma il campionato del mondo non lo vinci.

Lo stesso vale se hai un’ottima macchina e non sei in grado tu di guidarla o se hai un team eccellente che poi viene demotivato dalla mancanza di passione, visione e impegno del pilota.

E’ l’insieme delle tre componenti.

Quindi il tuo ruolo è quello di guidare bene ed essere il miglior pilota che puoi essere, crescendo come persona e come leader.

Il tuo compito è di creare un team che ha a cuore l’obiettivo comune e creare terreno fertile perché il team possa effettivamente scaricare il potenziale.

Leggi l’articolo del Leaders’corner “La grande bufala del team” 

Il tuo compito è anche quello di assicurarti che la macchina sia efficiente e che ci sia un orientamento costante all’innovazione.

Tu non sei la tua azienda vuole anche dire comprendere che le decisioni vanno prese in funzione di quello che è giusto per l’azienda e quindi di qualcosa più grande di te.

Tu non sei l’azienda vuol dire che prenderti cura di te è parte integrante del sistema ma non è il sistema stesso.

Tu non sei l’azienda vuol dire portare a bordo l’impegno, la responsabilità, la cura e la passione di tutti.

Mettere tutti gli elementi al posto giusto è essenziale. Ogni volta che non si presta attenzione o si presta troppa attenzione solo ad una delle parti la probabilità di successo (inteso come far succedere le cose) inevitabilmente scende perchè fare impresa non è in gioco in solitaria.

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