LA GRANDE BUFALA DEL TEAM

20 04 2021 | Blog, Team

La qualità delle persone che hai in azienda non determina il successo

 

Tante volte sento dire “ah se avessi le persone giuste” ma siamo davvero sicuri che basta questo per mettere energia in azienda e magari far ripartire?

L’altro giorno ascoltavo una trasmissione radiofonica nella quale un famoso ex-allenatore di calcio diceva: “la storia del gran giocatore è una grandissima bufala. Ci sono squadre che hanno investito milioni per avere la star e poi il campionato comunque non lo hanno vinto”. Vero.

In azienda è la stessa cosa.

“I soldi e la star non bastano, innanzitutto ci vogliono una visione, una strategia e voglia di vincere” ha continuato poi l’ex-allenatore.

Troppo spesso come imprenditori siamo alla ricerca della soluzione, del giocatore star, che risolverà le sorti o che porterà l’azienda al livello successivo. “Ah se solo avessi” o “se solo potessi”.

Questo modo di pensare sposta il focus da quello che realmente bisogna mettere in azienda e in un certo senso dà una scusa se le cose non vanno, come pensiamo dovrebbero andare. Porta ad uno stato che noi definiamo Crash, che non permette di disegnare un futuro diverso ma schiaccia in una spirale di frustrazione.

Le persone sono l’essenza di ogni azienda, in #Authenticleader diciamo che 

Le aziende sono persone che fanno cose per altre persone

 

e quindi la variabile umana e le sue sfumature emotive devono essere tenute nell’equazione del fare impresa. Scaricare sul team le colpe o pensare che un inserimento della “Star” possa risolvere tutto è pericolosamente semplicistico.

La qualità del team non è data semplicemente dalla somma dei curriculum o delle esperienze individuali quanto piuttosto da:

1) l’ingaggio emotivo rispetto alla Missione dell’azienda (la conosco? la sento? quanto ci credo? quanta fatica voglio fare per questa?)

2) la cultura d’azienda che permette ad ognuno di esprimere il proprio potenziale e di sentirsi coinvolto (valori, comportamenti e convinzioni)

3) la chiarezza di ruoli, direzione e strategia

Questi sono i presupposti di base perchè qualcuno sia nel team e non solo faccia cose (più o meno bene).

Un team straordinario è quello che è ingaggiato emotivamente, che si sente parte di qualcosa di più grande, che sente di avere un cammino comune da fare e che ha una serie di convinzioni e comportamenti che sostengono e spingono nel cammino.

Un’orchestra che suona uno spartito comune, ognuno con il suo ruolo ma con l’obiettivo di farsì che tutta l’orchestra suoni in modo eccellente.

L’allineamento del team è un argomento che spesso coinvolge gli imprenditori, perchè si sente quanto sia importante ma poco tempo si dedica a auto-valutarne il livello o ad approfondirne gli aspetti, appunto perchè si presta troppa attenzione al singolo, perdendo di vista l’intero team.

Nel nostro articolo “Come capire se il team è allineato“, condividiamo alcuni passaggi per approfondire il livello di allineamento del team e che ti consiglio di esplorare sia che tu abbia un team ampio o anche solo poche persone.

Il passaggio al quale ti invito quindi è quello di lasciare il luogo comune del “solo avessi” e partire innanzitutto dal creare o rafforzare un contesto aziendale che permetta alle persone di esprimere il loro potenziale e di dare un contributo.

Da ex-manager di grande azienda, è capitato che un’altra azienda mi contattasse per entrare nel loro organico per mettere il mio curriculum a loro servizio e sempre con sfide apparentemente interessanti (ristrutturare, portare evoluzione, organizzare etc) ma solo poche, a mio avviso illuminate, si domandavano se IO ero giusta come persona per la loro cultura aziendale, se io lì dentro potevo realmente esprimere il mio valore. In alcune aziende ho performato estremamente bene (cuore e competenze), perchè mi sentivo parte di qualcosa, credevo in quello che facevano, mi sentivo allineata con quel gruppo. In altri invece mi sentivo letteralmente un pesce fuori d’acqua che pensava, vedeva e si muoveva in  modo diverso dal gruppo; in questi casi ho performato? si perchè sono sempre stata una brava professionista con tante competenze ed esperienze ma appunto, ci ho messo solo le mie competenze, zero cuore, zero coinvolgimento. Se ripenso adesso ad una esperienza in particolare, quell’imprenditore ha preso “grandi manager” per il loro curriculum senza approfondire se avevano le caratteristiche umane necessarie e soprattutto non ha creato un ambiente che potessi accoglierci e farci esprimere il nostro potenziale. Se la guardo da imprenditore, gran soldi e tempo buttati.

Non esiste il giocatore perfetto che funziona bene ovunque.

Basta con la bufala del team e concentrati sul contenitore nel quale il team opera, questa è la differenza che fa realmente la differenza.

Approfondisci i 3 punti essenziali (ingaggio emotivo, cultura d’azienda e chiarezza) e vedrai che il team inizierà ad esprimere il suo vero potenziale.

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