La confusione decisionale è un tema sempre più sentito in azienda. Ecco qualche consiglio per scardinare certe dinamiche aziendali e prendere decisioni con più consapevolezza.
In azienda prendere decisioni è cruciale. (Ascolta anche il podcast Decidere, non decidere o decidere male) Soprattutto in periodi di instabilità e rapidi cambiamenti come quelli che stiamo attraversando, il ritmo frenetico richiede un flusso continuo di scelte ponderate. Tuttavia, troppe volte, le decisioni o l’incapacità di prenderle diventano veri e propri ostacoli. Questi ostacoli non solo comportano la perdita di opportunità o il rallentamento dei processi aziendali, ma generano anche un diffuso malessere tra il team.
Diversi studi sul benessere organizzativo hanno messo in luce un fenomeno preoccupante: la confusione decisionale, o addirittura l’assenza di decisioni, è una delle principali fonti di frustrazione per le persone in azienda. Ma cosa scatena questa mancanza di decisioni? Spesso, sono proprio i vertici aziendali a trattenersi dall’assumere una posizione chiara. Le questioni rimangono in sospeso o vengono scaricate ad altri, nell’illusione che qualcun altro prenda l’iniziativa. Si tende a pensare che la colpa ricada sulla qualità delle risorse umane presenti in azienda, ma la nostra esperienza ci insegna che non è sempre così. Molto spesso, il problema risiede nella pratica della delega, o meglio, in quella che potremmo definire una “delega finta”.
Nonostante si parli spesso del concetto di autonomia decisionale, la realtà è che spesso il 99% delle decisioni prese si rivela sbagliato. Inoltre, ci si trova costretti a sottoporre le proprie idee alla proprietà o alla dirigenza aziendale per garantire che siano non solo intelligenti, ma soprattutto in linea con la visione aziendale. Ma cosa comporta esattamente? Un rallentamento significativo, oltre a uno spreco di risorse finanziarie per mantenere in posizioni di responsabilità individui che non riescono a fare altro che seguire schemi predefiniti. Spesso, ci si imbatte in discorsi sulla gerarchia aziendale, sulle prime linee, e così via. Queste persone, selezionate anche sulla base di impressionanti curriculum, vengono remunerati di conseguenza. Ma ci si aspetterebbe che abbiano almeno una solida comprensione dei valori e della cultura aziendale, e che siano in grado di prendere decisioni oculate. Tuttavia, sbagliare è umano, e anche loro possono commettere errori. La questione è se partano da premesse corrette nel processo decisionale. La delega è cruciale: può essere un potente motore di crescita aziendale, ma se gestita in modo scorretto può generare danni e disagi considerevoli.
IMPARARE A DELEGARE
La pratica della delega riflette direttamente chi guida l’azienda. Se chi è al vertice ha problemi di fiducia o subisce una pressione psicologica eccessiva, sentendosi responsabile al 100% della performance aziendale e temendo di essere giudicato o rimosso in caso di insuccesso, ciò può ostacolare la delega all’interno dell’organizzazione. Questo accade nonostante le buone intenzioni espresse sulla carta.
In questo contesto, è essenziale sviluppare una solida consapevolezza della propria relazione con la fiducia. La delega si fonda infatti sulla fiducia reciproca: può essere una fiducia cieca, dove si dà carta bianca e si giudica severamente in caso di errori, oppure una “delega finta”, caratterizzata da un micro management e un controllo eccessivo, entrambi dannosi sia per l’organizzazione che per il benessere psicologico dei dipendenti.
Pertanto, per promuovere una cultura aziendale basata sulla delega consapevole, è necessario che i leader comprendano profondamente la propria relazione con la fiducia e quanto sono disposti ad affidarsi agli altri.
MIGLIORARE IL PROCESSO DECISIONALE
Il processo decisionale all’interno delle aziende può essere influenzato da diversi fattori, tra cui la cultura aziendale e le dinamiche di leadership. Alcune aziende, anche senza rendersene conto, favoriscono il micro management, ossia un controllo eccessivo su ogni processo e decisione. Questo può generare confusione e cambiamenti repentini nelle decisioni prese, con conseguente perdita di chiarezza e direzione. La mancanza di perimetri definiti nei ruoli e nelle aree di competenza può contribuire ulteriormente a questa confusione. Inoltre, la confusione decisionale può essere alimentata dalla mancanza di comunicazione e coordinamento tra le diverse funzioni aziendali, causando incertezza su chi sia responsabile di determinati processi o decisioni. Questo può portare a situazioni in cui le decisioni vengono prese, ma poi cambiano o non vengono implementate correttamente a causa di buchi di responsabilità o sovrapposizioni di compiti.
È importante coinvolgere attivamente il team nella definizione dei processi e delle responsabilità, in modo da garantire una maggiore chiarezza e consapevolezza all’interno dell’organizzazione. Questo può contribuire a ridurre la confusione decisionale e a promuovere una cultura aziendale basata sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione. Infine, è importante accettare che una certa dose di confusione decisionale possa essere inevitabile in un ambiente aziendale in continua evoluzione. Tuttavia, questa confusione può essere gestita in modo costruttivo, incoraggiando il pensiero creativo e l’innovazione per affrontare le sfide emergenti.
Occorre quindi prendersi del tempo per riflettere sul livello di fiducia che si ha nel proprio team e all’interno dell’organizzazione. Senza fiducia, le persone tendono a limitarsi al minimo indispensabile per evitare problemi anziché spingersi oltre. Il secondo aspetto cruciale è la chiarezza. Maggiore è la chiarezza su valori, strategie, ruoli e responsabilità, migliori sono le prestazioni complessive dell’azienda. In alcuni casi, la confusione decisionale può essere inevitabile, ma è importante accettare che le persone abbiano bisogno di fermarsi e riflettere per evitare di cadere nella monotonia delle stesse azioni ripetute.